• Pamapadada
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  • TitoloPamapadada
  • Anno 1975
  • Produttore Galleria Traghetto, Venezia
  • Classificazione Announcement
  • Dimensioni Height: 37 cm Width: 37 cm
  • Edizione Multiple
  • Materiale Print on paper
Descrizione
Announcement of the exhibition of the artist at Galleria d'arte il traghetto, Venezia. June 1975. "Non so se Wout Hoeboer abbia mai avuto tempo, occupato ad esaminare il locus pluridimensionale di quella sua ingenua poesia (e vita) in cui volteggiano nudi e senza malizia i solidi erranti dell’impossibile possibilità del sogno o le sirene di voce sottilmente geometrica dell’utopia, di esaminare a fondo se stesso, ma certo, come Hugo Ball, nulla gli vieterebbe di dichiarare di non essere disposto a dare il benvenuto al caos. Cosa che egli fa, naturalmente: ma come qualsiasi artista colpito dalle illuminazioni Dada, come qualsiasi poeta consapevole delle strettoie del linguaggio codificato, attraverso la ricerca e l’attuazione della frattura, del varco, del punto di sfaldamento del text, o test, tessuto, testimonianza e verifica di ciò che va componendo (non è contraddittorio) fino dagli "anni trenta" mantenendo intatta la propria pudicizia e la propria autonomia attraverso le più diverse sollecitazioni. Dada, post-dada, surrealismo, costruttivismo, astrazione, cobra, nulla di tutto questo e tutto indifferentemente, ecc. [...] Penso che "strategia della discontinuità" (da non confondere con eclettismo) potrebbe essere una ragionevole definizione del processo creativo di Wout Hoeboer, se il termine "strategia" non suonasse troppo razionale. D’altra parte il suo è un linguaggio deviante. L’elemento che si intuisce quale soggetto di ogni incursione di Hoeboer è il ritmo, gioco di relazioni formali, referente "astratto" (fra molte virgolette: la partenza e l’arrivo quasi sempre come punti allusivi a dati naturali, per quanto elaborati, attraverso un meccanismo di frenetica appropriazione e rifiuto, con lucidità visionaria); e per questo, forse, il suo linguaggio non si lascia mai appiattire dal suo stesso codice. Nelle opere più recenti, e mi riferisco più volentieri a quelle che pretendono apertamente una libertà gestuale, l’intervento immediato sebbene non automatico in senso surreale troppo stretto, come tempere, pastelli, perfino incisioni, Hoeboer sembra tendere ad una riconciliazione, o meglio ad una fusione che però mantenga intatta la fisionomia degli elementi interdipendenti: un equilibrio difficile, in cui le contraddizioni (non si trovano mai definizioni sufficienti) convivono: "du nèant qui s’étend au-dessus, de notre tête jusqu’à nos pieds, a l’autre face du globe et qui ne s’achève point" (Koenig)." - Roberto Sanesi, "Testo di presentazione della mostra "PAMAPADADA"
Bibliografia
Sitography: ARCHIVIO ATTIVO ARTE CONTEMPORANEA,
"Chi è Wout Hoeboer?", www.caldarelli.it
www.caldarelli.it/wouthoeboer/testi.htm