"Come è nata la prima idea dell'alfabeto legato ai segni della natura? E' stata una lenta elaborazione o una folgorazione? Quando facevo il muratore, all'inizio degli anni Settanta, andavo con la ditta edile a lavorare a Palidoro, in aperta campagna, nei pressi del mare. Natura, storia, paesaggio e agricoltura dispiegavano davanti ai miei occhi il loro racconto intrecciato di leggende e di tragedie, di splendori e di distruzioni. [...] Ho cominciato a pensare di raccontare quel mondo magico e antico, non con la raffigurazione del paesaggio, secondo la maniera tradizionale, ma creando dei simboli. Il sole tramontava sul mare, infuocando l'orizzonte. Ecco il segno del tramonto: il sole che scende sull'acqua. Quella era la lettera t del mio alfabeto. E il sole? Non era un immenso cerchi alll'orizzonte? Ecco la lettera s. E l'acqua! Il riverbero richiamava linee ondulate che era possibile tracciare sul legno, sulla carta, sulla tela. Ecco la a. E così via! - Agostino Bagnato, "Natura e sentimento nell'arte di Francesco Narduzzi"

AA.VV., "Tarquinia. Proposta alla quadriennale istituzioni e ricerca", Editrice del carretto, Roma, 1979, pp. 7-8.

BAGNATO, Agostino, CRESCENTINI, Claudio, curated by, "Francesco Narduzzi. Sentimento segno e natura", erreciemme, Roma, 2003, p. 15-16.