"La figura non esiste, anche quando si richiama con un titolo o si evoca con la scrittura tracciata mediante simboli. La pittura di Narduzzi è legata all'osservazione della natura ferma, perenne, eterna. Non ci sono animali nella raffigurazione del mondo. Anche il cielo e il mare sono come solidificati, immobilizzati, quasi provenienti da un passato lontano, sigillato da millenni di distacco che bisogna scoprire. Si vedano al riguardo i bassorilievi su tavole antiche, o su pietre sedimentate, o su sassi levigati da acque di torrenti, embrici etruschi e romani, fino alle incisioni rupestri che appaiono rivelazioni magiche e sorprendenti provenienti dal profondo della storia." - Agostino Bagnato, "Natura e sentimento nell'arte di Francesco Narduzzi"

AA.VV., "Tarquinia. Proposta alla quadriennale istituzioni e ricerca", Editrice del carretto, Roma, 1979, pp. 7-8.

BAGNATO, Agostino, CRESCENTINI, Claudio, curated by, "Francesco Narduzzi. Sentimento segno e natura", erreciemme, Roma, 2003, p. 12.

MICCINI, Eugenio, "Francesco Narduzzi", Rara International, 1991.