"Francesco Narduzzi raccoglie gli sterpi e i rami degli alberi, prende una povera tela di sacco, gessi e terre colorate e costruisce con semplicità e immaginazione dalle lontane radici nella memoria ancestrale, i simboli del destino e le figure nelle quali la natura diventa presenza per l'uomo. [...] Ricerca, quasi per inconsce mediazioni, il contatto con gesto che è rabdomante, di mago, di contadino etrusco, pronto a cogliere nel più elementare segno, la prova di una arcana presenza" - Elio mercuri in AA.VV., "Francesco Narduzzi. Il seme della vita", Museo Civico di Viterbo, 1984.

AA.VV., "Francesco Narduzzi. Il seme della vita", Museo Civico di Viterbo, 1984.

AA.VV., "Tarquinia. Proposta alla quadriennale istituzioni e ricerca", Editrice del carretto, Roma, 1979, pp. 7-8.